Con “#InstaThoughts: #Gaming”, immortalo i miei pensieri germogliati dagli anfratti della mia corteccia cerebrale e/o dal mio gusto -meramente personale- circa le produzioni videoludiche (più o meno recenti) le quali sono riuscito a recuperare, più o meno eviscerare e fieramente barrare dall’inesauribile, abissale backlog nel quale una fetta non indifferente di videogiocatori rischia di affogare ogni giorno, compreso il sottoscritto…in ogni caso, sempre fermamente fedele sostenitore di quest’industria.
In questo post, verso le mie personali gocce di pixel, nell’oceano virtuale di considerazioni, circa una delle Opere Magne partorite nell’Industria Videoludica (imprescindibile per ogni cultore -il quale si vuole definire tale- di questo immensurabile medium): il visionario, eterno, compianto franchise marchiato Metal Gear .
Inoltre, l’acuto contenuto -a cura del talentoso Nero Wolf (+ altri collaboratori)- sfornato come
“Tutta la Storia di Big Boss – Metal Gear Solid”,
è forse uno degli ossequi più laceranti (presenti su YouTube Italia) dedicati a questa Esperienza Digitale penetrante, legata indissolubilmente al suo lungimirante, idealista, insano autore:
Hideo Kojima
(“Per quanto i titoli che compongono la serie siano stati sviluppati da una squadra, l’aura del suo genitore è così presente da rendere impossibile apprezzare l’opera senza studiare l’uomo che c’è dietro. Kojima ha donato alla saga un’impronta personale che eleva l’unicità di ciascun episodio al di là dei giudizi di valore classici. Dalla narrazione alle trovate del gameplay, passando per la sceneggiatura, ciò che Kojima ha realizzato non ha pari nel campo dei videogiochi.”
– *).
Alcune delle sequenze appena sotto condivise, facenti parte di “montage” realizzati appositamente per il video in questione, immortalano alcuni dei punti più alti raggiunti dalla deflagrante potenza narrativa, (video)ludica e cinematografica all’interno del Videogioco.
Ad ogni visione, è arduo tenere incatenate le lacrime.
In conclusione, terrei ad incollare e condividere la mia risposta ad un commento svilluppatosi in un dibattito nato sotto un post pubblicato su Facebook domandante (in modo sottinteso) quale sia il capitolo migliore;
assodato che -per l’autore del suddetto post- il capitolo migliore risulta essere il sopraffino “Metal Gear Solid 2: Sons Of Liberty”, il mio intervento è arrivato a questa sua spiegazione:
“Allora, vado per punti, così cerco di essere sintetico. MGS3 è un falso storico, perché:
– Ha la peggior telecamera di sempre
– L’elemento stealth andava a farsi benedire non appena si prendeva il fucile a pompa, dopo circa 30 minuti di gioco. Chi è spinto a nascondersi se si può uccidere chiunque e in poco tempo?
– Tutta la faccenda metareferenziale/politica/sociale di Kojima viene cancellata, a favore di una storia James Bond wannabe.
– Boss di cui nessuno ricorda mai il nome, ad eccezione di The Boss.
– Sistema di camouflage inutilmente meccanico (metti pausa e vai nei menù).
– Sistema di cura delle ferite inutilmente meccanico (metti pausa e vai nei menù).
– Naked Snake non è Solid Snake.
– CQC? Ma fatemi il piacere.
– Ho già detto che ha peggior telecamera di sempre?
Nota: chiaramente, parliamo di un titolo in ogni caso importantissimo, giocato in ogni forma e sostanza (anche in versione Subsistence con telecamera umana e livello di difficoltà estremo), musiche bellissime, sequenze whooo e tutto il resto. Fatto sta che è un MGS farraginoso e che il 2 (anche solo la parte sul tanker) se lo mangia e lo risputa.
Non cambierò mai idea e rimarrò su questa posizione vita natural durante. Anche se so che a pensarla così siamo in due, forse tre.”
Rispondendo, questa è la conclusione alla quale sono personalmente giunto:
“ Premetto che buona parte dell’ultimo anno l’ho passata a rivivere e cercare di analizzare (con letture-visioni di approfondimenti, testi e video) la saga. La stampa specializzata, + altre figure, è unanime sul fatto che Metal Gear Solid 3: Snake Eater/Subsistence sia il miglior capitolo
(classifiche stilate dal 2015 al 2019:
– DenOfGeek:
https://bit.ly/2U6UkWC
– GamesRadar:
https://bit.ly/2U8CRNv
– Polygon:
https://bit.ly/2KYLQxX
-VG24/7:
https://bit.ly/2Hu1y1K
– UsGamer:
https://bit.ly/2UcpQ5M
+ altre come quella di FlickeringMyth, LifeWire, Destructoid, ecc.),
giocandosela con Metal Gear Solid 2: Sons Of Liberty (e l’ultimo-controverso Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, quest’ultimo più per la sua libertà ludica);
ed in questo sono d’accordo, per quanto possa risultare insignificante la mia opinione.
I punti che hai elencato possono essere condivisi se riportati come “contro” dell’esperienza e non, credo, come “cavalli di battaglia” per abbattere l’intera produzione.
Un capitolo non solo reinventato dalle fondamenta in termini di interattività (CQC, meccaniche stealth-survival con l’introduzione della giungla, visuale rimodernata anche se sistemata solo nella versione Subsistence;
tutti elementi da te citati, limati col tempo e che hanno reso il summenzionato MGS V il capitolo ludicamente migliore, appunto), ma anche e soprattutto in termini narrativi:
il ruolo del “cattivo” (Big Boss, fino a quel momento) completamente stravolto (si assiste alla sua crescita: da un innocente “Naked Snake” al temibile “Big Boss” *titolo che inizialmente non voleva neanche ereditare), i sentiti rapporti con The Boss ed Eva, i memorabili confronti con i membri dell’Unità Cobra.
La Missione Virtuosa infarinò un prequel indelebile, costruito su dei temi-riferimenti e sequenze registiche impensabili -nel medium- in quegli anni e che inesorabilmente lo hanno elevato a capolavoro (comunque anche Sons Of Liberty non scherzava con la sua narrazione meta-ludica infrangente la quarta parete);
* citando quanto reperibile dal succoso libro “Metal Gear Solid” (di Brusseax Denis, Courcier Nicolas, El Kanafi Mehdi):
‘In effetti, MGS 3 fa un bel salto nel passato, fino al culmine della Guerra Fredda: Kojima riteneva che in un certo senso quello fosse il “periodo d’oro” dello spionaggio. In più, il messaggio pacifista e antinucleare dell’autore s’integra bene in questo contesto, in cui si affrontano per procura il blocco americano e quello sovietico. Non si verificavano scontri frontali tra le due parti, ma le spie dell’una e dell’altra erano le uniche ad affrontarsi direttamente in una guerra dell’informazione. Kojima ha scelto di ritrarre questi eventi in modo che i giocatori giovani – privi di familiarità con questo periodo storico – possano comprendere le tappe che hanno portato alla situazione geopolitica attuale. Il desiderio di fondo è evidente: si vuole in qualche modo istruire la nuova generazione’ “.
“[…] MGSV è apparso ben più cupo per via degli argomenti trattati.
La tematica centrale, infatti, è la #vendetta: praticamente tutti i personaggi del gioco sono mossi da questo sentimento.
Che si tratti di Big Boss, di Kaz, di Skull Face, di Eli, di Quiet o di Code Talker, tutti hanno perso qualcosa.
[…]
Il messaggio del gioco è che tutti i progetti costruiti su questo sentimento presto o tardi finiscono per crollare.
Anche quando la vendetta si realizza, non attenua il ‘Dolore Fantasma’, poiché non cancella la consapevolezza di ciò che si è perso (Kaz ne è l’esempio più eclatante).”
– Metal Gear Solid:
un’Opera di Culto di Hideo Kojima
(di Denis Brusseax, Nicola Courcier & Mehdi El Kanafi)
Why Are We StillHere ? Just To Suffer ?
“I’m sad this became a meme; it’s so painful… so pure…” :
Prima di chiudere con questo storico franchise targato Metal Gear, come da mia prassi: